Storie e curiosità su Borgo Pace.

di Anna Polverotti

Questo ampio territorio che si estende in un triangolo tra via Appia Antica, via Ardeatina e via di Tor Carbone, prende il nome dai quattro proprietari i fratelli Cesare, Roberto, Francesco e Carlo PACE.


L’assetto geologico risale a migliaia di anni prima della fondazione di Roma dove il vulcano, che prende il nome dal paese di Albano, eruttò chilometri di lava che scorrendo in un suo letto naturale, appunto questa parte di territorio fino alla via Ardeatina, solidificandosi permise ai romani, nel corso dei secoli, di avere a disposizione materiali di costruzione come tufo, pozzolana, basalto o selcio.


Tutta l’area è quindi di origine vulcanica e sfruttata dai fratelli PACE sin dai primi anni ’20 per l’utilizzo dei suddetti materiali nella costruzione di interi quartieri di Roma come il Tuscolano, viale Marconi e tutto l’EUR.

Il massiccio sfruttamento del territorio, sembra incredibile, ha modificato l’assetto geologico, tant’è che attualmente gran parte della zona si trova a circa 40 metri al di sotto del livello della via Appia Antica.Siamo alla fine della seconda guerra mondiale e i molti contadini sfollati a Roma dai paesi e province limitrofi, trovarono lavoro su questi terreni i cui proprietari provvidero a far coltivare ogni tipo di derrate e ortaggi.

Verso la metà degli anni ’50, la cava dall’aspetto quasi lunare con squarci e grotte e nuda ancora della ricca vegetazione attuale, ben si prestava come teatro di tante produzioni cinematografiche storico-mitologiche tra cui diverse scene del film “Le fatiche di Ercole” dove un muscoloso attore americano Steve Reeves ha interpretato e dato vita all’eroico personaggio della mitologia greco-romana.


Ma ben presto il territorio venne di nuovo stravolto.

I fratelli PACE, avendo esaurito le cave, l’esperienza cinematografica e le povere coltivazioni ottenute, iniziarono a frazionare la loro vasta proprietà in tanti lotti. I terreni sulla via Appia Antica furono venduti per costruire ville prestigiose e in tutta la parte bassa meno pregiata, i molti mezzadri e contadini presenti furono forzatamente licenziati, alcuni liquidati con lotti di terreno, altri costretti ad acquistare per continuare la loro attività di lavoro agricolo.

Sfollati da una guerra crudele, cacciati da un potere più forte di loro, uniti da una complice disperazione iniziarono a costruire le prime semplici abitazioni di campagna. In 70 anni la cava, tra una discarica e l’altra, è stata trasformata in un piccolo quartiere gioiello senza alcun scopo di lucro e speculativo ma rendendolo con grande dignità e a proprie spese un giardino completo di fognature, elettricità, gas, telefono e asfaltatura strade.

Il nostro auspicio è di conservare ancora a lungo l’originalità di questo Borgo che conserva intatti tutti i principi di un insediamento rispettoso di un territorio tanto difeso.

Un rispetto che noi di seconda, terza generazione insieme ai nuovi proprietari vogliamo tenere sempre vivo in onore di coloro che con tante fatiche e sacrifici ci hanno tramandato questo prezioso patrimonio.

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